Marciume radicale fibroso

Una delle fitopatie che destano maggior preoccupazione nell’ambito delle specie arboree è il marciume radicale fibroso, patologia che vede come principali agenti eziologici i funghi appartenenti al genere Armillaria. Tra questi, il più comune è Armillaria mellea, molto apprezzato in cucina, ricercato da intenditori di funghi e meglio conosciuto come “chiodino”. Il genere Armillaria comprende funghi Basidiomiceti che vivono come parassiti facoltativi su molte specie di alberi. Il loro micelio si sviluppa nella porzione sottocorticale dell’albero, partendo dalle radici fino ad arrivare, nei casi più gravi, al fusto determinando, infine, la morte dell’albero (immagine 1). In particolare, Armillaria mellea è riconoscibile non solo per i carpofori, che si manifestano nella stagione autunnale con le prime piogge e temperature comprese tra 20 e 24°, ma anche per lo sviluppo “a ventaglio” del micelio e la formazione di rizomorfe. Queste ultime sono strutture cordoniformi formate da ife con cui Armillaria si propaga a partire dalle radici degli alberi sino a risalire al colletto e al fusto. Inoltre, sono responsabili della diffusione “a macchia d’olio” del fungo, ovvero da una pianta all’altra. Le piante affette da marciume radicale fibroso presentano distacco della corteccia, al di sotto della quale si può individuare il micelio (immagine 2) e le rizomorfe in attività. Le porzioni colpite da Armillaria mostrano consistenza fibrosa dovuta alla degradazione della lignina e un forte odore di fungo. L’azione svolta dal micelio si ripercuote in chioma, ove si possono notare disseccamenti e una diminuzione della vegetazione. Questi patogeni sono caratterizzati da una notevole polifagia: sono più di 500 le specie vegetali attaccate da Armillaria, tra i quali troviamo i pioppi, i cedri, il castagno. Quando, osservando una pianta, notiamo la presenza di funghi o un appassimento e diminuzione della vegetazione, è importante avvalersi della consulenza di un agronomo esperto in materia di alberi. Attraverso la valutazione visiva e strumentale dell’albero, l’agronomo può verificare la presenza di patogeni o ulteriori problematiche e fornirci indicazioni utili alla gestione della pianta.