La moria del carpino

La moria del carpino consiste in un lento deperimento ai danni degli alberi di carpino bianco (Carpinus betulus). È causato dall’azione di due funghi fitopatogeni agenti di cancri corticali: Naemospora sp. e Endothiella sp. Le frequenti segnalazioni di ritrovamenti avvenute negli anni soprattutto in Italia settentrionale hanno portato ad un aumento degli studi di questa fitopatia. Questi hanno accertato la frequente presenza di entrambi i funghi in una stessa pianta ospite. Sono facilmente identificabili per la presenza di ammassi color rosso vivo (Naemospora sp.) e di cirri giallo-arancione (Endothiella sp.) distribuiti lungo il fusto, le branche e i rami dei carpini colpiti. Nelle immagini sotto riportate si possono osservare cirri di Endothiella sp. (immagine a sinistra) e ammassi rossastri di Naemospora sp. (immagini a sinistra e a destra). I funghi invadono la corteccia e l’alburno della pianta ospite, generando necrosi dei tessuti cambiali destinati alla formazione di fasci vascolari. Questo provoca il disseccamento delle branche e delle ramificazioni fino a causare la morte dell’intera pianta. Difficile parlare di prevenzione: questa può essere effettuata evitando di generare ferite agli organi legnosi, che spesso costituiscono una facile via d’ingresso per i patogeni fungini. È importante sterilizzare gli strumenti di potatura quando si passa alla pianta successiva per evitare il passaggio di eventuali agenti patogeni da un albero all’altro. Al termine delle potature si possono eseguire trattamenti con prodotti a base di sali di rame. Tuttavia, non si dispone ancora di strumenti validi per contenere lo sviluppo della fitopatia. Di conseguenza, le piante infette sono destinate al deperimento. Le conoscenze finora acquisite grazie agli studi suggeriscono come buona pratica per contrastare la diffusione della fitopatia ad altri alberi la rimozione tempestiva delle porzioni legnose infette e la loro distruzione. Nel caso in cui l’organo legnoso attaccato sia il fusto, sarà necessario l’abbattimento del soggetto e la distruzione del materiale infetto secondo la normativa vigente.

Fonti