Il bostrico

In occasione di alcuni sopralluoghi in cui veniva richiesta la valutazione di stabilità di abeti rossi ho avuto modo di verificare e toccare con mano gli effetti dell’azione di un insetto che ha iniziato a far particolarmente parlare di sé negli ultimi anni. Comunemente chiamato “bostrico”, Ips typographus è un coleottero scolitide che ha preso il sopravvento nel corso del 2021 e 2022, un evento previsto in seguito alla tempesta Vaia avvenuta nel 2018. Questo insetto, solitamente in equilibrio nell’ambiente bosco, ha trovato nelle piante sradicate e sbrancate dalla tempesta un ambiente ottimo per proliferare, diffondendosi in modo incontrollato. A garantire ottime condizioni di proliferazione, l’estate calda e siccitosa di questi ultimi anni (che aumenta il numero di generazioni di insetti all’anno) e l’impossibilità in alcune zone difficili di rimuovere il materiale legnoso a terra, fornendo quindi abbondante nutrimento. La popolazione elevata è poi passata a attaccare gli alberi vitali.

Il bostrico: caratteristiche

In natura, il bostrico ha presenza di tipo endemico svolgendo un importante ruolo ecologico di degradazione della sostanza organica attaccando le piante in sofferenza o a fine ciclo. L’adulto si presenta con un corpo cilindrico color bruno scuro, tendente al nerastro, rivestito da peluria giallastra. Si spostano volando verso le piante ospiti, sfruttando anche il vento per muoversi su lunghe distanze. Le larve sono bianche con capo arancione, apode, e dalla schiusura delle uova si nutrono di tessuto floematico scavando gallerie sottocorticali creando i caratteristici disegni “a lisca di pesce”, da cui l’appellativo di “tipografo”. Scavando queste gallerie, la larva porta all’interruzione del flusso di liquidi nel floema, portando ad una rapida variazione del colore dell’albero da verde a marrone- rossastro a partire dall’apice e, infine, alla morte.

Alberi colpiti da bostrico.

Abeti colpiti da bostrico.

Il bostrico tipografo predilige l’abete rosso, ma si sviluppa anche su altre specie come larice, abete bianco, pino. Il legno delle piante attaccate perde valore sul mercato in quanto assume una colorazione bluastra per la presenza di un fungo del genere Ophiostoma, simbionte dell’insetto.

Lotta integrata

Attualmente, la misura più efficace per combattere le infestazioni da bostrico è la rimozione del materiale legnoso infetto e lo scortecciamento degli alberi colpiti e di quelli deboli o caduti che risultano potenziale preda dell’insetto.

I metodi utilizzati per la gestione del bostrico in ambiente forestale si basano sulla lotta integrata, al fine di contenere i danni entro i limiti accettabili. Tra le attività previste vi sono il monitoraggio delle popolazioni di insetti mediante monitoraggio visivo o con trappole a feromoni di aggregazione, utilizzate in aree soggette a maggiore rischio di attacco; uso di trappole e alberi esca; interventi di silvicoltura mirata al fine di rimuovere e allontanare le piante colpite che presentano ancora insetti e impedirne lo sfarfallamento.

Inoltre, i boschi pluristratificati, con specie di diverso tipo e età e con presenza di sottobosco arbustivo favoriscono lo sviluppo di insetti antagonisti e di predatori come uccelli e mammiferi. Inoltre, se il bosco non presenta una densità d’impianto molto elevata, le piante avranno minore competizione per luce, acqua e nutrienti, mantenendo quindi una produzione di carboidrati utile a favorire i propri meccanismi di difesa.

Fonti